«Su queste cose non si scherza. Se mi succederà qualcosa sarà colpa vostra e mi avrete sulla coscienza». Per la prima volta da quando è in Italia abbiamo visto José Mourinho preoccupato per qualcosa che ha detto e, soprattutto, non ha detto ma che gli si sta rivoltando contro: lo avrebbe colpito infatti una sorta di fatwa, non proprio un decreto autorevole e vincolante come quello che l’ayatollah Khomeini indirizzò contro lo scrittore indiano Salman Rushdie nel 1989, ma una maledizione rabbiosa da parte di fondamentalisti islamici che risiedono in Gran Bretagna.
Il «Daily Star», tabloid inglese,
ha pubblicato un articolo in cui si descrivono le reazioni dei musulmani britannici alle spiegazioni del tecnico per la sostituzione di Muntari dopo mezz’ora della partita contro il Bari. Mourinho raccontò di aver visto il suo centrocampista molto stanco e debilitato perché stava osservando il digiuno del Ramadan «che cade in un periodo non troppo favorevole per un calciatore». Si sa come vanno queste cose, sono come le palle di neve che rotolando si trasformano in valanga, e l’informazione arrivata in Inghilterra era molto diversa dall’originale: perciò gli islamici hanno creduto che Mou volesse impedire ai giocatori di rispettare il digiuno e che considerasse il Ramadan una sciagura per il calcio.
Bestemmia e scandalo. Sui siti dei fondamentalisti, racconta il quotidiano di Londra, sono comparsi giudizi furenti verso il tecnico dell’Inter
e qualcuno ha scritto: «Quest’uomo è uno sciocco, andrebbe eliminato». Mourinho ha ragione a essere preoccupato, sebbene ci si sia fermati a minacce anonime, riportate da un giornale che non brilla per credibilità.
«Non so se le minacce esistano ma può essere un problema per la mia salute - si è difeso il portoghese -. Se mi succede qualcosa il problema diventa vostro e mi avrete sulla coscienza perché avete riportato male il mio pensiero e se qualcuno si è arrabbiato la colpa è dei giornali e non mia. Per fortuna ci sono le registrazioni televisive. Io dissi che la decisione di Muntari di rispettare il Ramadan non si poteva criticare perché riguarda la fede e, come io non accetto che qualcuno intervenga in ciò che riguarda la mia religione, allo stesso modo non mi sogno di mettermi in mezzo a quella degli altri».
Al Jazeera ha già mandato in onda, e la ripeterà più volte oggi, la giustificazione del tecnico. «Sarebbe stato meglio che l’Inter ci permettesse di intervistare Mourinho lunedì quando fiutammo il pericolo, invece di vietarcelo - dicono alla tv più influente nel mondo arabo -. Forse tutto questo non sarebbe successo. Comunque la dichiarazione di scuse dovrebbe bastare a calmare gli animi». Anche alla Questura di Milano, dove hanno letto la notizia, sono convinti che la situazione si sgonfierà e almeno ufficialmente non è prevista una scorta per il tecnico nerazzurro. Altrettanto farà il club.
Quanto a Muntari, la sua esclusione dal derby potrebbe essere considerata un’altra «punizione». «Io considero lo stato di salute dei miei giocatori - ha spiegato Mourinho - e l’altro giorno, dopo un allenamento che li aveva disidratati, ho visto 23 giocatori bere e mangiare prodotti con i sali minerali mentre Muntari non lo ha fatto».
In suo soccorso ci sono due novità rispetto a domenica scorsa: il derby si gioca dopo il tramonto, per cui il calciatore nigeriano potrà bere e nutrirsi, e soprattutto c’è un editto della Casa della Fatwa d’Egitto che per la prima volta nella storia esonera dal rispetto del digiuno gli atleti impegnati in manifestazioni ufficiali. Il pasto è servito.